Roberto Deboni DMIsr
2012-02-16 00:25:57 UTC
Come sapete e' anni (dal secolo scorso ... :-/ che apparecchi
ed accessori elettrici venduti ai consumatori riportano come
tensione nominale 230V. Ma i distributori elettrici continuavano,
in genere, a regolare la tensione nelle cabine di quartiere
a 220V o meno.
La conseguenza non e' da poco, perche' se comperate una stufetta
elettrica da 2000W nominali e tensione di operativa 230V, se ENEL
vi rifila solo 210V (come nel mio palazzo) hai voglia a riscaldarvi.
Infatti a 210V, essendo la resistenza equivalente di quella stufetta
pari a R = V * V / W = 230 * 230 / 2000 = 26,45 ohm
Percio' a 210 la "vera" potenza di quella stufetta sara':
W = V * V / R = 210 * 210 / 26.45 = 1667W
Avete capito ? Comperate per avere un 2000W, magari perche' e'
la potenza che e' stata calcolata per la vostra esigenza, ed
invece avete, grazie all'avarizia dei tecnici di ENEL vi trovate
meno di 1700W. Carino, vero ?
Eppure, il Comitato Elettrico Italiano, ha prodotto la norma
tecnica CEI 8-6 - Tensioni nominali dei sistemi elettrici di
distribuzione pubblica a bassa tensione - che dispone che la
fase-fase si 400V e quella fase-neutro di 230V, con
tolleranza ±10%
Pero' i distributori dicevano che sono vincolati dalla
Legge n.105 del 8 marzo 1949:
Art. 1. (Tensioni normali)
I valori normali delle tensioni delle reti di distribuzione
comprese fra 100 e 1000 volt sono fissati in 125 e 220 volt nei
circuiti monofasi e in 125-220 e 220-380 volt (rispettivamente
tensioni di fase e tensioni concatenate) nei circuiti trifasi.
Art. 8. (Sanzioni)
Chiunque viola le disposizioni della presente legge e'
punito con la pena preveduta nell'art. 219 del testo unico
11 dicembre 1933, n.1775, sulle acque e gli impianti elettrici
e successive modificazioni.
ed i politici italiani, in tutti questi decenni, non hanno
trovato il tempo per abrogarla, ne' Prodi, ne' Berlusconi,
degni rappresentanti di un popolo il cui per molti, troppi,
il motto potrebbe essere "me ne' sbatto ..."
In ogni caso, secondo diligenza, si sarebbe dovuti usare questi
anni di indeterminatezza per alzare gradualmente la tensione, cosi'
che con il passaggio (prima o poi inevitabile) non ci fossero
particolari problemi.
Infatti, sempre rispettando la vecchia legge, i distributori
avrebbero potuto regolare la tensione, ad esempio a 225V-228V,
cosi' con il passaggio a 230V (che significa che la tensione
potrebbe anche tranquillamente essere 235V) il salto e' ridotto.
Invece, almeno dalle mie parti, nonostante che la cabina e'
solo a 100 metri ed i cavi di sezione adeguata (cosa comprovata
dal fatto che non ci sono grosse variazioni di tensioni nel
passare dalle serate invernali alle vuote mattinate estive in
cui molte famiglie sono in vacanza ed i consumi al minimo)
la tensione e' sempre inchiodata tra i 210-214V
In ogni caso, l'ultima scusa per "FORZARE" un risparmio indesiderato
(in realta' se uno vede che la lampadina da 60W non fa la luce
desiderata, non si rassegna, come qualche tecnico idiota forse
pensa, ma ne' compera una da 100W e cosi' invece di risparmiare,
abbiamo aumentato i consumi, ... bravi ... 7+ )
e' decaduta il 24 Gennaio 2012.
Decreto Legge n.1 del 24 gennaio 2012
Art.21 Disposizioni per accrescere la sicurezza, l'efficienza
e la concorrenza nel mercato dell'energia elettrica
Comma 4. A far data dall'entrata in vigore del presente
provvedimento, sono abrogate le disposizioni di cui alla legge
8 marzo 1949, n. 105, recante "Normalizzazione delle reti di
distribuzione di energia elettrica a corrente alternata,
in derivazione, a tensione compresa fra 100 e 1000 volt".
Comma 5. Dalla medesima data di cui al comma 4, si intende quale
normativa tecnica di riferimento per i livelli nominali di
tensione dei sistemi elettrici di distribuzione in bassa tensione
la norma CEI 8-6, emanata dal Comitato Elettrotecnico Italiano
(CEI) in forza della legge 1° marzo 1968, n.186.
Percio' oggi la tensioni minima di legge, che raggiunta puo'
essere causa di richiesta danni al distributore e' di solo 207V
(e con 210V basta poco per arrivarci ... ).
D'altra parte, preparatevi a vedere tensioni fino a 253V
che e' entro la tolleranza CEI. Se non siete preparati,
perche' prima al massimo si arrivava a 240V, ringraziate
i politici, e specialmente i loro numerosi elettori,
che hanno portato l'Italia alla rovina (in tutti i sensi,
come se si potesse ricostruire un tessuto produttivo
distrutto in decenni con pochi decreti legge).
ed accessori elettrici venduti ai consumatori riportano come
tensione nominale 230V. Ma i distributori elettrici continuavano,
in genere, a regolare la tensione nelle cabine di quartiere
a 220V o meno.
La conseguenza non e' da poco, perche' se comperate una stufetta
elettrica da 2000W nominali e tensione di operativa 230V, se ENEL
vi rifila solo 210V (come nel mio palazzo) hai voglia a riscaldarvi.
Infatti a 210V, essendo la resistenza equivalente di quella stufetta
pari a R = V * V / W = 230 * 230 / 2000 = 26,45 ohm
Percio' a 210 la "vera" potenza di quella stufetta sara':
W = V * V / R = 210 * 210 / 26.45 = 1667W
Avete capito ? Comperate per avere un 2000W, magari perche' e'
la potenza che e' stata calcolata per la vostra esigenza, ed
invece avete, grazie all'avarizia dei tecnici di ENEL vi trovate
meno di 1700W. Carino, vero ?
Eppure, il Comitato Elettrico Italiano, ha prodotto la norma
tecnica CEI 8-6 - Tensioni nominali dei sistemi elettrici di
distribuzione pubblica a bassa tensione - che dispone che la
fase-fase si 400V e quella fase-neutro di 230V, con
tolleranza ±10%
Pero' i distributori dicevano che sono vincolati dalla
Legge n.105 del 8 marzo 1949:
Art. 1. (Tensioni normali)
I valori normali delle tensioni delle reti di distribuzione
comprese fra 100 e 1000 volt sono fissati in 125 e 220 volt nei
circuiti monofasi e in 125-220 e 220-380 volt (rispettivamente
tensioni di fase e tensioni concatenate) nei circuiti trifasi.
Art. 8. (Sanzioni)
Chiunque viola le disposizioni della presente legge e'
punito con la pena preveduta nell'art. 219 del testo unico
11 dicembre 1933, n.1775, sulle acque e gli impianti elettrici
e successive modificazioni.
ed i politici italiani, in tutti questi decenni, non hanno
trovato il tempo per abrogarla, ne' Prodi, ne' Berlusconi,
degni rappresentanti di un popolo il cui per molti, troppi,
il motto potrebbe essere "me ne' sbatto ..."
In ogni caso, secondo diligenza, si sarebbe dovuti usare questi
anni di indeterminatezza per alzare gradualmente la tensione, cosi'
che con il passaggio (prima o poi inevitabile) non ci fossero
particolari problemi.
Infatti, sempre rispettando la vecchia legge, i distributori
avrebbero potuto regolare la tensione, ad esempio a 225V-228V,
cosi' con il passaggio a 230V (che significa che la tensione
potrebbe anche tranquillamente essere 235V) il salto e' ridotto.
Invece, almeno dalle mie parti, nonostante che la cabina e'
solo a 100 metri ed i cavi di sezione adeguata (cosa comprovata
dal fatto che non ci sono grosse variazioni di tensioni nel
passare dalle serate invernali alle vuote mattinate estive in
cui molte famiglie sono in vacanza ed i consumi al minimo)
la tensione e' sempre inchiodata tra i 210-214V
In ogni caso, l'ultima scusa per "FORZARE" un risparmio indesiderato
(in realta' se uno vede che la lampadina da 60W non fa la luce
desiderata, non si rassegna, come qualche tecnico idiota forse
pensa, ma ne' compera una da 100W e cosi' invece di risparmiare,
abbiamo aumentato i consumi, ... bravi ... 7+ )
e' decaduta il 24 Gennaio 2012.
Decreto Legge n.1 del 24 gennaio 2012
Art.21 Disposizioni per accrescere la sicurezza, l'efficienza
e la concorrenza nel mercato dell'energia elettrica
Comma 4. A far data dall'entrata in vigore del presente
provvedimento, sono abrogate le disposizioni di cui alla legge
8 marzo 1949, n. 105, recante "Normalizzazione delle reti di
distribuzione di energia elettrica a corrente alternata,
in derivazione, a tensione compresa fra 100 e 1000 volt".
Comma 5. Dalla medesima data di cui al comma 4, si intende quale
normativa tecnica di riferimento per i livelli nominali di
tensione dei sistemi elettrici di distribuzione in bassa tensione
la norma CEI 8-6, emanata dal Comitato Elettrotecnico Italiano
(CEI) in forza della legge 1° marzo 1968, n.186.
Percio' oggi la tensioni minima di legge, che raggiunta puo'
essere causa di richiesta danni al distributore e' di solo 207V
(e con 210V basta poco per arrivarci ... ).
D'altra parte, preparatevi a vedere tensioni fino a 253V
che e' entro la tolleranza CEI. Se non siete preparati,
perche' prima al massimo si arrivava a 240V, ringraziate
i politici, e specialmente i loro numerosi elettori,
che hanno portato l'Italia alla rovina (in tutti i sensi,
come se si potesse ricostruire un tessuto produttivo
distrutto in decenni con pochi decreti legge).
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Roberto Deboni
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il sottoscritto informa che non conosce o partecipa al sito/forum Web.]
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